Il restauro è un’arte che trova nella tradizione italiana il primato mondiale.
A partire dal Rinascimento, la cultura italiana ha messo a punto modelli di restauro che, nel corso dei secoli, si sono consolidati come i più innovativi e i più adottati. Tanto che molti dei collezionisti d’arte stranieri continuano a far restaurare le proprie opere in Italia.
L’istituto centrale per il restauro (ICR) è un’istituzione pubblica che si è imposta come la più prestigiosa a livello mondiale in quest’ambito.
Per quanto riguarda gli strumenti musicali la tradizione italiana ha sempre fatto vanto di ottimi restauratori che, nel corso dei secoli, hanno tramandato il loro sapere in ogni parte del paese, da nord a sud.
Ho iniziato la mia formazione nell’ambito del restauro quando ho frequentato la scuola di liuteria di Milano. Grazie al corso di restauro infatti, ho appreso la filosofia e le tecniche che questo ambito della liuteria richiede.
Ci sono due tipi di restauro che il liutaio può considerare a seconda dei casi.
Un restauro di tipo “conservativo” rivolto a preservare l’integrità strutturale ed estetica dello strumento senza sostituirne o alterarne alcuna parte.
E’ un’operazione finalizzata ad eliminare o attenuare le cause che portano al deterioramento dell’oggetto (come l’azione corrosiva del tempo, l’umidità, la luce, i tarli..), garantendone una vita più longeva e tutelando le fattezze originali (materiali, vernici, colle..) proprie di uno strumento, nel momento in cui è stato costruito.
Un altro tipo di restauro è quello di tipo “integrativo” rivolto al recupero completo dello strumento in ogni sua parte, riportandolo alle condizioni in cui si crede possa essere stato al momento della sua produzione.
Questo intervento è finalizzato a rendere lo strumento suonabile come era in origine appunto. A tale scopo, se necessario, il liutaio interviene sostituendo, modificando o alterando le parti danneggiate, cercando comunque di preservare il più possibile la struttura originale.
In entrambe le soluzioni intraprese, adotto un approccio attento verso i materiali usati. Uso legni dello stesso tipo dell’originale e in alcuni casi utilizzando materiale vecchio di recupero che possa avvicinarsi alla datazione dell’oggetto da restaurare. Nel restauro uso colla a caldo, la stessa che da sempre si usa in liuteria fino a prima dell’avvento della chimica.
Anche l’uso di eventuali vernici rispettano la tecnica e i materiali usati nel periodo in cui lo strumento è stato costruito, come ad esempio vernici a gommalacca o ad olio e vernici alla nitrocellulosa per alcuni strumenti elettrici di metà Novecento.
Questo approccio è fondamentale per eseguire un giusto intervento sullo strumento da restaurare.
Eseguo restauri solo su strumenti a pizzico (chitarre, mandolini, liuti ecc…).
Di seguito alcuni dei lavori che ho eseguito in questi anni:
- chitarra Stauffer (mod. Legnani) Vienna 1827
- chitarra Bernard Enzensperger, Vienna1839-40
- chitarra A. Guiot, Londra 1840 ca.
- chitarra Mirecourt 1850 ca.
- chitarra-lira anonima 1850 ca.
- mandolino Vinaccia, Napoli 1899
- chitarra Gustav Friedl, Boemia 1900 ca.
- mandolino Carlo Bruno, Torino 1900-10
- chitarra portoghese 1940 ca.
- chitarra P. Gallinotti, Solero 1955
- strumenti Fender, Gibson, Ibanez, Rickenbacker, Hofner, Eko1960-70
Si possono eseguire spedizioni di strumenti da restaurare da qualunque parte d’Italia e dall’estero.
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